lunedì 24 ottobre 2016

PANE DI FARINE MISTE CON I SEMI



Questa volta ho provato a realizzare una ricetta salata utilizzando il mitico fornetto Versilia.



INGREDIENTI (per Versilia da 28 cm)

- 300 g di farina Manitoba
- 200 g di farina di semola
- 200 g di farina 00 con germe di grano
- 2 cucchiai di olio evo
- 12 g di sale
- 1 cucchiaino di lievito granulare Mastro Fornaio
- 400 ml di acqua
- Qualche cucchiaio di semi misti (zucca, lino, sesamo)


In una grande tazza mettere qualche cucchiaio di farina Manitoba, unire il lievito e acqua (tolta dai 400 ml) sufficiente a realizzare una pappetta semisolida. Coprire con pellicola alimentare e lasciare lievitare per circa 30 minuti.

In planetaria mettere la restante acqua e aggiungere metà delle farine e l’impasto della tazza, amalgamare a bassa velocità fino ad ottenere un impasto uniforme, aggiungere poi il resto della farina e quando sarà stata tutta assorbita aggiungere l’olio e infine il sale.

Lavorare con il gancio fino ad ottenere un impasto uniforme e ben incordato.

Togliere dalla planetaria e mettere in una ciotola unta con poco olio. Coprire con la pellicola e lasciare riposare 30 minuti.

Mettere poi il tutto in frigorifero per almeno 12 ore.

Trascorse le 12 ore togliere dal frigo e lasciare a temperatura ambiente per 1 ora, rovesciare l’impasto su un piano infarinato con poca  semola, formare un filoncino e tagliare in 9 pezzi dallo stesso peso (150 g circa) e formare delle palline.

Ungere con olio di semi il fornetto Versilia e spolverare con farina di semola.

 
Mettere le palline molto vicine nel fornetto, ungerle leggermente e spolverarle con i semi misti.


Mettere il coperchio al fornetto, coprirlo con un telo e lasciare lievitare il tutto fino al raddoppio (2 ore e mezzo circa).

Cuocere sul fornello medio con fiamma media per 5 minuti e poi basso per 60 minuti.

Lasciare riposare per 10 minuti togliendo il coperchio e poi togliere la forma e lasciare raffreddare su una griglia.











sabato 22 ottobre 2016

TRECCINE DI ZUCCA



Adoro queste treccine morbide e profumate, che si conservano alcuni giorni chiuse in una scatola di latta, oppure si possono congelare ed averle fresche e fragranti alla mattina per colazione.
Non essendo molto dolci si possono anche mangiare con i salumi (naturalmente in questo caso non metterete lo zucchero sulla superficie prima di infornare) oppure farcite con verdure cotte alla griglia.

INGREDIENTI (per 12 treccine)



- 550 g di zucca pulita e tagliata a tocchetti possibilmente del tipo Bertina piacentina o mantovana


- 600 g di farina (300 g Manitoba – 300 g 00)


- 2 cucchiai di olio di semi di arachidi

- 1 bustina di lievito granulare Mastro Fornaio

- 1/2  cucchiaino  di sale

- 110 g di zucchero semolato

- 150 ml di latte appena tiepido

- 1 uovo - zucchero in granella – zucchero di canna (x decorazione)

Cuocere la zucca a vapore fino a quando sarà bella tenera. Schiacciarla con una forchetta e metterla in una grande ciotola a raffreddare. 

Aggiungere le farine e tutti gli altri ingredienti e impastare aggiungendo piano piano il latte  fino ad avere un impasto amalgamato ma ancora morbido.

Formare una palla e farla lievitare al tiepido per almeno 1 ora (fino al raddoppio).

Rovesciare l’impasto su un piano leggermente infarinato e, staccandone dei pezzi, fare dei rotolini con i quali formare le treccine che andranno messe su una teglia coperta da carta forno.

Coprire la teglia e lasciare lievitare ancora 1 ora circa in un luogo tiepido.

Spennellare le treccine con uovo sbattuto e ricoprire con zucchero in granella o zucchero di canna.

Accendere il forno a 170° e cuocere per circa 20 minuti.

Lasciare raffreddare su una gratella.









venerdì 21 ottobre 2016

CIAMBELLA MANDORLE E ARANCIA



Sto iniziando a prendere confidenza con le ricette per il fornetto Versilia, la mitica pentola delle nostre nonne che permette la cottura di dolci e salati direttamente sul fornello, senza l'utilizzo del forno.

I dolci fino ad ora sperimentati sono ben riusciti, occorre però prendere confidenza con il tipo di cottura generalmente fatta utilizzando il fornello piccolo a fuoco basso per chi utilizza il gas in bombola (quando si è in campagna oppure in campeggio senza avere a disposizione il forno tradizionale) mentre per il gas metano è consigliato il fornello medio sempre a fuoco basso.
Poi occorre fare qualche prova perchè, come per il forno, ogni fornello è diverso.

Ingredienti (stampo 28 cm)

4 uova
250 g di zucchero semolato
400 g di farina 0
1 bustina di lievito
1 bicchiere di latte di mandorla
1/2 bicchiere di olio di semi di arachide (125 ml)
2 arance non trattate
1/2 vasetto di crema di mandorle
70 g di mandorle tritate grossolonamente
2 cucchiaini di zucchero di canna 


Grattare la buccia delle due arance e metterla con lo zucchero e le uova in una ciotola.

Pelare le due arance al vivo per  ricavare gli spicchi che taglieremo a metà.

Montare uova e zucchero  semolato fino a quando saranno belle gonfie e spumose, aggiungere a filo l'olio e poi la farina setacciata con il lievito, alternando con il latte di mandorla, sempre montando.

Aggiungere mescolando con una spatola le mandorle tritate e gli spicchi di arancia.

Imburrare lo stampo e spolverare con pangrattato.

Versare l'impasto nello stampo, mettere sopra la crema di mandorle con un cucchiaino e spolverare con lo zucchero di canna.

Appoggiare sul fornello lo spargifiamma in dotazione, mettere lo stampo con il coperchio e cuocere a fuoco medio per 5 minuti, poi a fuoco basso un'ora.

Controllare la cottura con un lungo stecchino (oppure uno spaghetto crudo) altrimenti proseguire fino a quando sarà cotta.

Lasciare raffreddare nello stampo, poi toglierla e spolverare con poco zucchero a velo.

Se non avete il fornetto Versilia, potete tranquillamente cuocerlo nel forno normale a 170° per 40 minuti circa (vale sempre la prova stecchino)





 

domenica 16 ottobre 2016

CECI NERI E SEPPIE




Ho l'abitudine di tornare dalle vacanze portando come souvenir prodotti gastronomici. Quest'anno ho scoperto in Puglia,  presso un bellissimo agriturismo, tra Otranto e Porto Badisco, La Tenuta Sant'Emiliano, i ceci neri.

Grazie ai consigli riguardo l'ammollo e la cottura dei ceci neri dell'amica food blogger Elena di Zibaldone culinario ho preparato questa gustosa insalata tiepida che può essere un secondo piatto completo oppure, riducendo le quantità,  uno sfizioso antipasto.


Ingredienti (4 persone)

150 g di ceci neri secchi
400 g di seppie
1 vasetto di verdure in agrodolce
trito di aglio e prezzemolo

Mettere in ammollo i ceci in acqua per almeno 12 ore, cambiando l'acqua 2-3 volte e aggiungendo un poco di bicarbonato.

Lessare i ceci in acqua aromatizzata con prezzemolo, un pezzo di cipolla, uno spicchio di aglio e una foglia di alloro per almeno 2 ore e mezza.

Scolare i ceci e metterli in una zuppierina.

Scottare le seppie su una griglia calda (o in padella antiaderente senza nessun condimento)  per pochi minuti fino a quando pungendole con una forchetta non risulteranno tenere.

Tagliarle a listarelle e metterle con i ceci.

Condire con la verdura in agrodolce, un filo di buon olio d'oliva extra vergine e un trito di aglio e prezzemolo.

Se volete preparare voi le verdure in agrodolce  qui  trovate la ricetta





giovedì 6 ottobre 2016

VERDURE IN AGRODOLCE


Rientrata in città dopo un soggiorno sulle montagne piacentine, sopra Ferriere e vicino al Passo del Mercatello, torno con le conserve e le marmellate prodotte in vacanza.

Oggi vediamo come realizzare le verdure in agrodolce che andranno gustate in accompagnamento dei nostri buonissimi salumi (abbiamo nella  provincia di Piacenza 3 prodotti DOP: coppa - pancetta e salame) oppure dei bolliti.

Ingredienti



3,5 Kg di verdure miste tagliate a pezzi (carote, fagiolini, peperoni, sedano, finocchi, zucchine, cavolfiori, cipolline)

750 ml di vino bianco

750 ml di aceto

120 g di sale

200 g di zucchero

1 bicchiere di olio evo

3 foglie di alloro, qualche grano di pepe, 2 chiodi di garofano.



Lavare e sterilizzare i vasetti di vetro mettendoli nel forno a microonde, per 5 minuti alla massima potenza, pieni a metà con acqua bollente. 
Metterli capovolti su un canovaccio ad asciugare.

I coperchi per la chiusura dei vasetti dovranno invece essere bolliti per 10 minuti e poi anch’essi messi capovolti su un canovaccio.

Bollire in una pentola tutti gli ingredienti, poi aggiungere le verdure in quest’ordine:
- carote e cipolle (cuocere 1 minuto dalla ripresa del bollore)
- cavolfiori e fagiolini (cuocere 1 minuto dalla ripresa del bollore)
- infine tutte le altre (cuocere 3 minuti dalla ripresa del bollore).

Invasare le verdure ancora calde.  

Far riprendere il bollore al liquido rimasto e riempire i vasetti fino ad un paio di cm. dall’orlo.

Chiudere i coperchi e lasciare capovolti i vasetti fino a completo raffreddamento.

Conservare al buio in dispensa. Una volta aperto il vasetto conservare in frigorifero e consumare entro un paio di giorni.








 

martedì 4 ottobre 2016

ZABAIONE ALLA MALVASIA DI CANDIA





Lo scorso fine settimana ho partecipato ad una manifestazione molto interessante Il Giallo della Malvasia alla scoperta di  segreti e aromi custoditi tra il Po e l’Appennino, organizzato da Bloomet



Due giorni alla Corte Agricola La Faggiola  di Gariga/Podenzano (Piacenza) sulle orme della Malvasia di Candia Aromatica esplorando i prodotti del territorio svelati dalle sapienti mani degli artigiani del gusto.


Molte le iniziative: degustazioni guidate, laboratori creativi, esposizioni di aziende vitivinicole, produttori e trasformatori di latte e formaggi, conserve, miele, attrezzature per la vinificazione, design e accessori per la cucina e la degustazione, angolo libri del gusto con incontri con l’autore e sfide ai fornelli.



 




Alcune di noi food blogger piacentine del gruppo  #LeBortelline abbiamo realizzato degli show cooking a tema.

Io ho realizzato uno zabaione alla Malvasia accompagnato dalle ciambelline alla Malvasia della mia collega Daniela Sippi 

La ricetta è molto semplice, anche se richiede un po’ di attenzione durante l’esecuzione, ma questa salsa dolce e profumata, grazie all’utilizzo della Malvasia di Candia al 100%, rievoca alla mente i dolci preparati con amore dalle nonne, la bontà della tradizione.



Ingredienti:

1 tuorlo per persona
2 cucchiai rasi di zucchero semolato per ogni tuorlo
Mezzo guscio d’uovo di Malvasia per ogni tuorlo (io Malvasia di Candia – Cantine Civardi Roberto)



Mescolare in un pentolino con una frusta i tuorli con lo zucchero, poi montarli con una frusta elettrica fino a quando saranno bianchi e spumosi.

Mettere il pentolino sopra un bagnomaria stando attenti che l’acqua non tocchi il fondo del pentolino e che non bolli ma frema solamente.

A questo punto aggiungere, sempre montando con la frusta elettrica, la Malvasia a filo.
Montare fino a quando la crema non si sarà ispessita e sollevando la frusta formi un nastro continuo (la temperatura della crema avrà raggiunto circa i 75°).

Gustare lo zabaione caldo, tiepido o freddo accompagnato da una fetta di ciambella oppure da biscottini come le ciambelline alla Malvasia preparate da Daniela Sippi (vedi la ricetta sul suo blog Mani in pasta quanto basta).









 

 
 

Se volete vedere anche le altre ricette a base di Malvasia, preparate dalle food blogger piacentine durante la manifestazione Il Giallo Malvasia,  guardate i blog di  Katia Baldrighi - Pappa e Cicci e di  Elena Broglia - Zibaldone Culinario




 


Lo zabaione è una preparazione che vanta parecchi secoli di storia. Tuttavia vi sono fonti discordanti riguardo alle sue origini ed al suo nome. 

Grazie alla reperibilità degli ingredienti una bevanda simile allo zabaione sembra fosse già nota nel 1533, quando era servito in forma ghiacciata alla corte di Caterina de' Medici.

Un'altra di queste tradizioni racconta che sia stato "inventato" nel 1471 vicino a Reggio Emilia per una casualità. Si narra che il capitano di ventura Giovan Paolo Baglioni arrivò alle porte della città e si accampò. A corto di viveri mandò alcuni soldati a razziare i campi dei contadini della zona. Il raccolto però fruttò solamente uova, zucchero e qualche fiasco di vino.  In mancanza d'altro fece mescolare il tutto e lo diede ai soldati al posto della solita zuppa che sembra gradirono molto. Giovan Paolo Baglioni era popolarmente chiamato 'Zvàn Bajòun' e la crema ne prese il nome diventando prima 'Zambajoun', poi Zabajone e infine Zabaglione.

La versione più comune e diffusa prevede che lo zabaione sia stato inventato da un religioso, Fra’ Pasquale de Baylon (1540-1592), appartenente all’Ordine dei Francescani, il quale si trovava a Torino per svolgere un apostolato. Il religioso aveva scoperto la ricetta dello zabaione un pò per caso, ma poi era andato via via perfezionandolo, a tal punto che la ripeteva come una formula matematica: 1 + 2 + 2 + 1. La formula stava a significare 1 tuorlo + 2 cucchiaini di zucchero + 2 gusci di marsala + 1 guscio d’acqua calda e lo zabaione era fatto. E non solo: Frà Pasquale de Baylon,  usava consigliare alle sue penitenti di preparare uno zabaione ai figli e a loro stesse come crema corroborante ed energizzante, ma anche ai mariti che tornavano stanchi dal lavoro. Il risultato pare fosse sorprendente! Nel 1680  Fra Baylon fu santificato, finendo per essere chiamato San Bajon…cioè Zabaione e la sua crema miracolosa prese il suo nome.
Nella tradizione popolare napoletana inoltre il nome di Pasquale Baylon è spesso accostato all'universo femminile quale santo protettore; da qui l'invocazione: «San Pasquale Baylonne protettore delle donne, fammi trovare marito, bianco, rosso e colorito, come te, tale e quale, o glorioso san Pasquale!».

Una fonte certa sullo zabaione arriva da Mantova. La più antica ricetta conosciuta si deve a Bartolomeo Stefani (1662) cuoco di corte della famiglia Gonzaga. 

Qualunque sia l'origine dello zabaione la ricetta si è diffusa ovunque, (legata ai diversi vini aromatici e liquorosi tradizionali Malvasia, Moscato, Passito, Porto, Marsala, ecc), forse anche grazie alla maliziosa tradizione che lo presentava come un rinvigorente  d'amore.